tag:blogger.com,1999:blog-85468649858741500692024-03-29T10:49:50.948+01:00Ars Europa Channelvideo di arte e cultura europeeArs Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comBlogger737125tag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-19124407810717049312024-03-29T10:49:00.000+01:002024-03-29T10:49:09.708+01:00Significato del Cristo morto - Andrea Mantegna<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/UolYSLet7rc?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Il Cristo morto fu realizzato da Andrea Mantegna circa tra il 1475 e il 1478. È oggi conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. La porta buia a lato del Suo corpo è simbolo della morte, misteriosa, spaventosa, ma anche degli inferi verso cui il suo spirito divino si diresse per liberare dal Limbo i patriarchi e i giusti della Storia. Molti altri simboli nascondono il loro significato in questo capolavoro.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-50015768908383918612024-03-28T11:53:00.003+01:002024-03-28T11:53:55.867+01:00Pittura napoletana del '700 in Capitanata: la scuola di Francesco De Mura<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ZcLKRo0jyR0?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>È il titolo della prima "conversazione d'arte" organizzata dal nuovo direttivo degli "Amici della Fondazione Banca del Monte di Foggia", tenutasi nel 2017 nella sala Rosa del Vento, in via Arpi. Relatore del primo incontro è stato il docente di storia dell’arte Christian de Letteriis che ha affrontato l’argomento prendendo le mosse dalle tre tele del De Mura recentemente entrate a far parte della collezione d’arte della Fondazione: San Giuseppe con il Bambino; San Giovanni Battista; e l’Apparizione a Santa Elisabetta d’Ungheria del Crocifisso.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-52776465753072636942024-03-28T11:42:00.004+01:002024-03-28T11:42:44.683+01:00Leonardo genio universale - Ulisse: il piacere della scoperta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicsqULYoil3WXIWZ4nnnbN504bUhYGcFVRWcSld-fwUkZ48YaoePJD4gW1ly4ei_eGgRdEBRp2igH8597j7r66E7Nin653Z530NdbC9wZmsk_5knMEtMpBPEp6awEBs9T-3L4VGV1a7Cgs0UIYGNUQWdXS_rQiJiovcFqwc7Gc3iKt5psb2U0dkGkbIB8/s1280/cover-leonardo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicsqULYoil3WXIWZ4nnnbN504bUhYGcFVRWcSld-fwUkZ48YaoePJD4gW1ly4ei_eGgRdEBRp2igH8597j7r66E7Nin653Z530NdbC9wZmsk_5knMEtMpBPEp6awEBs9T-3L4VGV1a7Cgs0UIYGNUQWdXS_rQiJiovcFqwc7Gc3iKt5psb2U0dkGkbIB8/w640-h360/cover-leonardo.jpg" width="640" /></a></div><div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><br /><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://creativemedia6-rai-it.akamaized.net/podcastcdn/raitre/ulisse/Ulisse_EP_Puntate/11085228_1800.mp4" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe></div></div><p>Il viaggio comincerà in Francia, ad Amboise, sulle rive della Loira, nei luoghi dove Leonardo Da Vinci trascorse gli ultimi anni di vita. Con Alberto Angela, immergendosi nelle atmosfere rinascimentali, si scoprirà la genesi di tante opere leonardesche e si seguiranno le sue orme, cercando di svelare l'enigma di Leonardo: chi era davvero quell'uomo geniale che fu artista, scienziato, ingegnere, pittore, musicista, scultore e architetto al tempo stesso? Dal maniero che gli donò il Re di Francia, Francesco I, ci si sposterà poi a Firenze, dove il giovane Leonardo andò a bottega da un maestro d'eccezione: Andrea dei Verrocchio, uno degli artisti più rappresentativi del suo tempo. E, in questa perla del Rinascimento, Alberto Angela dal suo museo più celebre, gli Uffizi, condurrà il pubblico in una visita nella Sala Leonardo, laddove sono esposti i primi capolavori del Genio toscano. Da Firenze a Milano: è qui che Leonardo visse per ben 17 anni, dal 1482, presso la corte di Ludovico il Moro. Questo ambiente, pieno di fermento culturale, fu per lui di ispirazione per molte opere, una fra tutte, il meraviglioso Cenacolo. Un'opera tra le più visitate d'Italia, simbolo della potenza economica della Milano dell'epoca e della prosperità culturale ed artistica di una città che poteva gareggiare, per cultura, con Venezia e con la Firenze del Rinascimento. Tra i molteplici aspetti dell'ingegno di Leonardo Da Vinci, si scoprirà la sua passione per la musica e, per l'occasione, si ascolterà un brano, liberamente tratto da alcune sue composizioni, attraverso l'interpretazione di una delle cantanti italiane più apprezzate del momento: Giorgia.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-62136152692334523992024-03-28T11:14:00.005+01:002024-03-28T11:15:02.564+01:00Simbologia dell'Ultima Cena di Giotto<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ryJx7eIT2tg?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>L'Ultima Cena, è ambientata all'interno del cenacolo, luogo in cui Gesù e i discepoli si riunivano. I codici mimetici di Gesù ci raccontano la sua rassegnazione.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-47950212672706191032024-03-28T10:15:00.003+01:002024-03-28T10:15:39.655+01:00Simbologia della Lavanda dei piedi di Giotto<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/CI4zZ6CUx7w?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Nell'episodio della Lavanda dei piedi Gesù riunisce in un singolo atto due gesti simbolici dell'antichità: il primo si rifà a una abluzione rituale ebraica chiamata netilat yadayim, cioè il lavaggio rituale delle mani prima di mangiare il pane, per purificarle e cancellarne l'impurità e poi il gesto di ospitalità di lavare i piedi all’invitato, servizio che veniva svolto dal padrone di casa o da un suo servitore.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-67611578412841182172024-03-27T11:41:00.002+01:002024-03-27T11:41:14.217+01:00Sgarbi spiega Cappella Sansevero e il Cristo Velato<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/JKjroHIsW5Q?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Vittorio Sgarbi tiene una lezione magistrale sul Cristo Velato e Cappella Sansevero per Fanpage.it. I tesori del Principe Sansevero emergono in tutta la loro stupefacente meraviglia, complessità tecnica e vengono ricondotti e inseriti, dal critico d'arte, nel loro contesto storico e culturale d'appartenenza. L'intervista è stata realizzata all'interno della Cappella Sansevero in occasione dell’edizione 2015 della rassegna MeravigliArti.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-52801187981472488012024-03-27T11:11:00.003+01:002024-03-27T11:14:06.888+01:00Pala del Pordenone in San Lorenzo a Varmo<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/IPzQ2f_qJi4?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>All’interno della Parrocchiale di San Lorenzo a Varmo, sono conservate diverse opere d’arte, tra cui spiccano due tele del Cinquecento di Pomponio Amalteo e Francesco Floreani. Ma l’opera più conosciuta in assoluto è la pala dell’altare maggiore, capolavoro del Pordenone. Per quanto riguarda la parte pittorica, nella grande tela centrale è raffigurata la Madonna in trono con in grembo il Bambino benedicente e ai piedi tre angeli musicanti; in quella di sinistra sono raffigurati San Lorenzo e San Giacomo; in quella di destra l’Arcangelo Michele che pesa le anime con la bilancia, mentre con il piede destro schiaccia Lucifero, e Sant’Antonio abate in secondo piano. In questo documentario del 2014, a cura di Dario Perosa, la pala è raccontata da Franco Gover e Michela De Candido.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-35414649655042801192024-03-27T09:55:00.004+01:002024-03-27T09:56:07.697+01:00I Coretti e le architetture illusorie di Giotto nell’arco della Cappella degli Scrovegni<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/XCLbewnTJ9s?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>L’arco di trionfo della Cappella degli Scrovegni, punto di passaggio tra gli ambienti della navata che compongono l’edificio, è utilizzato da Giotto come diaframma, fisico e spirituale, per rappresentarvi alcune raffigurazioni dalla forte valenza spaziale e simbolica. I Coretti, da porre in relazione all’insieme delle altre scene dipinte sull’arco, non avrebbero una funzione esclusivamente scenografica, ma si inserirebbero nello sviluppo simbolico del celebre ciclo affrescato.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-39880453426488203092024-03-27T09:30:00.003+01:002024-03-27T09:30:59.360+01:00Il Gran Mosaico della Casa del Fauno<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/K-uKOM6B3Go?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>I tre video di cui si compone questo documentario del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, raccontano: il contesto in cui nasce il mosaico di Alessandro, nella cosiddetta casa del Fauno di Pompei; la funzione che rivestiva all’interno della casa; e la specificità del soggetto rappresentato e la sua eco nella storia. Segue la descrizione, attraverso la produzione di modelli virtuali rappresentativi della sezione di un mosaico di epoca romana, delle le tecniche di realizzazione in dettaglio, secondo quanto raccontano le fonti e quanto evidenziato dalla ricerca archeologica. Infine si ripercorrono le principali tappe storiche che portarono al distacco del mosaico da Pompei e al suo arrivo al Museo, attraverso una interessante selezione di documenti antichi della prima metà del XIX secolo e di fotografie dei primi decenni del secolo successivo.</p>
<p>Seconda parte:</p>
<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ssKwb3N74uM?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div>
<p>Terza parte</p>
<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/dcKxQ9vKGZo?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-53923851504405101532024-03-26T09:30:00.001+01:002024-03-26T09:30:00.141+01:00Mattia Preti - Il pennello e la spada<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/7_gsIURYLrc?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>In questo documentario del 1999, diretto da Francesco Cabras e Alberto Molinari, si ripercorre la vita di Mattia Preti, tra i principali esponenti della stagione matura del barocco italiano e, più in particolare, del caravaggismo e della pittura napoletana del Seicento. Il documentario è arricchito dagli interventi degli storici dell’arte John Thomas Spike e Claudio Strinati.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-39285821662920611532024-03-26T09:00:00.001+01:002024-03-26T09:00:00.149+01:00Hans Memling - Passione di Cristo<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/WKNbx0R0UA4?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Una delle opere più singolari e attraenti della Galleria Sabauda di Torino è senza dubbio la tavola della Passione di Cristo, dipinta da Hans Memling intorno al 1470. Con questa invenzione compositiva il pittore tedesco - di formazione fiamminga - trasforma in una narrazione completa la vicenda della Passione di Cristo. A prima vista il dipinto potrebbe sembrare solo un paesaggio formicolante di figure, ma avvicinandosi si scoprono - una dopo l’altra - le diverse scene: il pittore ha rappresentato moltissimi episodi degli ultimi giorni di Gesù: dall’Ultima Cena alla Flagellazione; dal Bacio di Giuda fino alla Resurrezione - ma riuniti e ambientati all’interno di un unico scenario cittadino. Nel percorso sequenziale impostato da Memling, vediamo quindi la ripetizione iperbolica dell'icona del medesimo protagonista, Gesù, che appare in una serie di scene temporalmente conseguenti, quasi come fossero le tavole di uno storyboard o di un fumetto, ma tutte riunite nel medesimo testo visivo, che pur essendo sincronico, come ogni opera d'arte pittorica, si tramuta in una sorta di testo diacronico.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-55654682794668321462024-03-26T08:30:00.001+01:002024-03-26T08:30:00.134+01:00Simbologia di Cristo scaccia i mercanti dal Tempio di Giotto<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/TiiTQ0UHSX8?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Nella scena de La Cacciata dei mercanti dal Tempio, l'affresco di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, sono i gesti ad avere forte valore simbolico. Gesù è al centro della composizione e con una corda in mano, frusta e scaccia dal Tempio i mercanti che lo hanno infestato. Il significato è limpido: la misericordia divina non contempla l'accettazione del Male, simboleggiato dal mercante con la veste livida, ma lo espelle dal Tempio, simbolo del regno di Dio.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-68282407389100527632024-03-26T08:00:00.001+01:002024-03-26T08:00:00.260+01:00Claudio Strinati - Liberazione di San Pietro dal carcere di Battistello Caracciolo<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/cuLnOuvQ8RE?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>In questa puntata di Dialogues, raccontare l’Arte, Claudio Strinati parla di un capolavoro assoluto del Seicento napoletano: La Liberazione di San Pietro, un dipinto olio su tela di Battistello Caracciolo eseguito nel 1615 e conservato presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli. L'incarico della tela fu affidato in un primo momento, nel 1614, a Carlo Sellitto; poi a causa della sua prematura scomparsa, la commissione fu girata per volere di Giovan Battista Manso, promotore del Pio Monte e fondatore dell'Accademia degli Oziosi di Napoli, al Caracciolo. Come testimonia un documento presente negli archivi del Pio Monte, il Caracciolo ricevette dall'istituto un compenso di 100 ducati per la realizzazione dell'opera. Il dipinto raffigura san Pietro che viene liberato dall'angelo e che incede tra i soldati immersi nel sonno, come riportato negli Atti degli Apostoli 5,19. La scena descrive nell'iconografia l'atto misericordioso del "visitare i carcerati”. Si tratta di uno dei dipinti più importanti del primo Seicento napoletano, tant'è che molti pittori attivi a Napoli nello stesso secolo ne riecheggeranno la composizione. Diversi sono inoltre i richiami stilistici che riconducono l'esecuzione della scena a quella della più complessa Sette opere di Misericordia di Caravaggio che decora l'altare maggiore della stessa chiesa: su tutti spicca il soldato ignudo di spalle in primo piano, coperto da un drappo rosso. Questo particolare della tela del Merisi fu ripetuto da molti pittori di ambito napoletano, come Massimo Stanzione, Francesco Fracanzano, e per l'appunto anche il Battistello. Regia e concept Federico Strinati produzione Dialogues, raccontare l'arte. Buona visione!</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-4886160387113089192024-03-25T09:00:00.001+01:002024-03-25T09:00:27.621+01:00Cristo in casa di Marta e Maria di Diego Velázquez<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/gQCAPPf1fN4?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>In quest'opera di Velázquez del 1620 ca, si nota già il gioco di rimandi, di “dipinto nel dipinto”, che verrà ad essere più evidente ne Las Meninas. Bellissima la disposizione degli ingredienti per la preparazione di una gustosa salsa, che ha anche una connotazione simbolica.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-79808721726042919192024-03-25T08:55:00.001+01:002024-03-25T08:55:51.807+01:00Simbologia dell'Ultima Cena - Leonardo da Vinci<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/gJQIVbPVYx8?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Il Cenacolo fu realizzato da Leonardo da Vinci tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento adiacente alla chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie a Milano, su commissione di Ludovico il Moro, nell'ambito dei lavori promossi nel santuario per la celebrazione della casata Sforza. Leonardo arricchisce quest'opera, nella sua apparente semplicità, di un complesso apparato semantico, sovrapponendo, strato dopo strato, significati e simboli celati in oggetti d'uso comune e che assumono, nel capolavoro, un peso concettuale elevatissimo, rendendo la sua Ultima Cena un prezioso manufatto, non solo artistico e dall'incommensurabile valore estetico e storico ma anche simbolico, alchemico e teologico. Arricchiscono il documentario con i loro interessanti contributi il giornalista e scrittore Luca Frigerio, critico d'arte, curatore della sezione culturale dei media della Diocesi di Milano, e la storica dell'arte Sara Taglialagamba, direttore della Nuova Fondazione Rossana e Carlo Pedretti.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-86683113690450074522024-03-25T08:30:00.003+01:002024-03-25T08:30:00.129+01:00Simbologia dell'Annunciata di Palermo - Antonello da Messina<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/DMJU2D2BxOg?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Nell'Annunciata di Palermo, dipinta da Antonello da Messina nel 1475, la composizione, di una semplicità disarmante, è priva dei tradizionali attributi presenti nelle rappresentazioni dell'Annunciazione, quali la colomba o la nuvola, simbolo dello spirito santo, il giglio, simbolo della sua purezza, e l'aureola, simbolo della sua santità. È assente, sulla superficie pittorica, addirittura la figura dell'arcangelo Gabriele. Eppure l'opera ha una potenza simbolica sorprendente.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-87971403223931088692024-03-25T08:00:00.000+01:002024-03-25T08:00:00.273+01:00La porta dell'Inferno e i lussuriosi del II cerchio: Paolo e Francesca<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/CAx1qIeoZP0?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>In occasione del Dantedì, le Gallerie degli Uffizi hanno lanciato nel 2021 una nuova iniziativa: “Tra Selve e Stelle”, uno spettacolo teatrale prodotto dalle stesse Gallerie e andato in scena nel Giardino di Boboli, per la regia di Riccardo Massai. La porta dell’Inferno reca incisa una iscrizione minacciosa, come se la porta stessa parlasse in prima persona, per indurci ad entrare in quel luogo ad abbandonare ogni speranza (III 1-9). Paolo Malatesta, detto il Bello, fu fratello di Gianciotto. Fu capitano del popolo a Firenze dal 1282 al 1283 dove forse Dante poté averlo conosciuto. Con Francesca, di cui in vita fu amante, è condannato ad essere travolto dalla bufera infernale. Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, nel 1275 venne data in sposa per ragioni politiche a Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, ma si innamorò del fratello di lui, Paolo, peraltro già sposato. I due furono sorpresi insieme dal marito e uccisi. Dante li pone nel girone dei lussuriosi, travolti e trascinati da un’incessante bufera così come in vita furono trascinati dalle passioni.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-57390783104040722252024-03-24T09:23:00.000+01:002024-03-24T09:23:44.039+01:00Claudio Strinati - La morte di Marat di Jacques Louis David<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/S_zdfAm1wWo?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>In questa puntata di Dialogues, raccontare l’Arte, Claudio Strinati parla di un capolavoro di fine settecento, La morte di Marat, anche noto come "Marat assassinato", realizzato nel 1793 e conservato nel Museo Reale delle Belle Arti del Belgio di Bruxelles. Jean-Paul Marat era un uomo politico e giornalista francese, nato nel 1743 a Baudry, in Svizzera. Dopo aver esercitato per un periodo la professione medica, si interessò alla rivoluzione francese, scoppiata nel 1789; nel settembre dello stesso anno fondò inoltre il giornale L’Ami du peuple (L'amico del popolo), con il quale ribadì le proprie posizioni radicali. Divenuto presidente del Club dei Giacobini, Marat in questi anni pubblicò articoli profondi e sferzanti, imbevuti di un fanatismo sanguinario, con i quali incitò il popolo francese a ribellarsi contro i girondini dominanti. Gli esiti di questa lotta si ebbero il 7 giugno 1793, quando la Convenzione (alla quale Marat fu eletto nel 1792) epurò ventitré girondini, portando alla formazione di un potente governo giacobino. Nello stesso anno Charlotte Corday, una giovane donna di Caen (noto centro girondino), si recò a Parigi con l'obiettivo di uccidere Marat. L'assassinio di un giornalista, una delle voci più ascoltate dal popolo, fu un crimine che oltre a far vacillare le forze rivoluzionarie colpì in modo particolarmente intenso David, amico di Marat. Profondamente coinvolto sul piano emotivo, il Maestro decise di accettare l'incarico fornitogli dalla Convenzione di raffigurare la morte di Marat in un quadro che rendesse omaggio al martire della Rivoluzione. Buona visione!</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-45686045341895651082024-03-24T09:00:00.001+01:002024-03-24T09:00:00.131+01:00Simbologia di San Giorgio e la Principessa - Pisanello<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ovCXfsiS8EI?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>L'affresco San Giorgio e la Principessa, di Pisanello, si trova a Santa Anastasia a Verona, nella parete esterna, sopra l'arco, della cappella Pellegrini (o "Giusti"). La parte superstite mostra san Giorgio, qui simbolo dell'Occidente, quando sta per imbarcarsi e andare a uccidere il drago, simbolo dell'impero turco, che si accingeva a divorare la figlia del re della città, simbolo di Costantinopoli.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-12790597471334028622024-03-24T08:30:00.001+01:002024-03-24T08:30:00.132+01:00Simbologia di Entrata di Cristo in Gerusalemme di Giotto<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/h3wq1wSTz4Y?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Nell'Ingresso a Gerusalemme, nella Cappella degli Scrovegni a Padova, il Cristo in groppa a un asino avanza benedicente in città, mentre il popolo festante agita rami di palma e stende i mantelli al suo passaggio. L'affresco è uno scrigno ricco di simboli.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-61615397834387786552024-03-24T08:00:00.001+01:002024-03-24T08:00:00.248+01:00Tesori d'Arte - Guercino - Apollo e Marsia<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/jq1ubdBQ4i4?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>La bellissima tela, raffigurante “Apollo e Marsia”, seppur di piccole dimensioni, è carica di significato. La scena inquadra il dio e il satiro al termine della loro sfida musicale: Apollo vincitore guarda sprezzante Marsia, che ha già immaginato il suo tragico destino. La curatrice Lucia Peruzzi descrive il dipinto e la sua storia.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-20612559338138194102024-03-23T16:13:00.004+01:002024-03-23T16:13:54.717+01:00Stefano Pierguidi - I limiti della connoisseurship vasariana nel campo dell'incisione<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/8LU0GOMh7XY?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Questo Seminario di formazione specialistica, a cura di Andrea Bacchi, Laura Cavazzini e Aldo Galli, tenuto a Bologna nel 2016 presso la Fondazione Federico Zeri, è stato il secondo di una serie che la Fondazione dedica alle maggiori figure di conoscitori, da Vasari a Berenson a Longhi, fino a Federico Zeri. L'obiettivo è indagare il metodo del "conoscitore", tema cruciale per il destino della disciplina storico artistica, intrinseco all'attività di Zeri e all'identità stessa della Fondazione a lui dedicata. Le lezioni mirano ad approfondire la conoscenza del metodo storico filologico, la cui centralità fondante per la Storia dell'arte necessita di essere trasmessa alle nuove generazioni di studiosi. Stefano Pierguidi ha parlato dei limiti della connoisseurship vasariana nel campo dell'incisione.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-3958659727652717422024-03-23T14:26:00.002+01:002024-03-23T14:26:17.981+01:00Women Painters - Quattro secoli di Arte al femminile<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/Py4Jo-xlkS8?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Artemisia Gentileschi, Rosa Bonheur, Berthe Morisot, Sofonisba Anguissola o Elisabeth Vigée Lebrun sono nomi che solo pochi esperti sanno collocare nella giusta corrente artistica o epoca storica. In realtà si tratta di pittrici che hanno lasciato un segno nell'arte occidentale, per tradizione narrata principalmente attraverso le opere di artisti uomini. Il documentario di Arte France racconta le loro storie.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-7942524052412443102024-03-23T13:22:00.003+01:002024-03-23T13:22:46.152+01:00What is a Museum? - Dialogo con Barbara Jatta, Musei Vaticani<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ZnHi1b8a-70?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Come possono i musei essere luoghi di conservazione e costruzione della memoria? Come possono affrontare le sfide del futuro senza tradire la loro storia? Come possono affrontare la nuova fase che stanno attraversando ripensando il proprio passato e dando un senso alla loro esistenza oggi? Oggi i musei mirano a comprendere a fondo i meccanismi del cambiamento, generando relazioni e influenzando la società. Alla luce della nuova definizione di museo data da ICOM e delle sfide che attendono le istituzioni culturali, il Museo Egizio presenta una serie di incontri per il 2023 e il 2024 dal titolo "What is a museum?" con protagonisti i direttori di alcuni dei più importanti musei internazionali in dialogo con Christian Greco, per ispirare e accompagnare verso l'importante traguardo del bicentenario della fondazione del Museo Egizio, festeggiato nel 2024. Ricerca, digitalizzazione, educazione, inclusione e cura del patrimonio sono i punti che verranno affrontati per ripensare il ruolo che i musei possono avere nella società contemporanea. Ad aprire il ciclo di incontri è la dr.ssa Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-8546864985874150069.post-40536477736478759902024-03-23T10:19:00.000+01:002024-03-23T10:19:11.468+01:00San Michele Maggiore - Pavia<div class="container" style="height: 0px; padding-bottom: 56.25%; position: relative; width: 100%;"><iframe allowfullscreen="" class="video" frameborder="0" src="https://www.youtube.com/embed/ETb2NjlijYo?rel=0" style="height: 100%; left: 0; position: absolute; top: 0; width: 100%;"></iframe><br /></div><p>Il giornalista e conduttore televisivo Enrico Selleri ci conduce alla scoperta dei tesori artistici della Basilica di San Michele Maggiore. All’interno l'abside conserva i resti di un mosaico del XII secolo raffigurante un labirinto e il ciclo dei mesi, nel quale, al vertice, l'anno è raffigurato come un sovrano, seduto in trono, con una veste rossa e un mantello azzurro, e nella mano sinistra impugna uno scettro, mentre quella destra regge il globo.</p>Ars Europahttp://www.blogger.com/profile/15181369668611811682noreply@blogger.com