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La fortuna di Antonio dal Pesce: uno straccivendolo trentino a Venezia nel Seicento


Antonio dal Pesce, originario di Condino, trovò lavoro a Venezia come ‘strazaruol’. Egli però non era un semplice straccivendolo: possedeva infatti 200 dipinti, tra cui figurano le paternità di Giorgione, Bonifacio Veronese, Bassano, Tintoretto, oltre ad avere contatti diretti con Pietro Liberi e Heintz il Giovane. L’intervento della storica dell’arte Serena Bugna, organizzato nel 2020 dal Museo Diocesano Tridentino, focalizza l'attenzione sulla figura del rigattiere trentino in relazione al commercio d’arte nella Venezia barocca, presentando alcune opere commissionate dallo stesso. Sarà poi lo spunto per contestualizzare la presenza di pregevoli dipinti veneziani negli edifici sacri della valle del Chiese e della val di Ledro.