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Pieter Brueghel il Vecchio - Cacciatori nella neve


Nell’arte medievale si era soliti rappresentare i mesi dell’anno attraverso le attività e i passatempi tipici di ogni stagione. Una tradizione dalla quale attinse Pieter Brueghel il Vecchio, grande pioniere della pittura paesaggistica, per la sua serie di sei - o probabilmente dodici - tavole incentrate sull’avvicendarsi delle stagioni e sulle attività agricole ad esse legate. In queste opere la produzione artistica del pittore tocca il suo punto più alto. Commissionata a Bruegel dal ricco Nicolaes Jonghelinck per il suo palazzo di Anversa, ogni quadro della serie illustrava una scena pastorale con figure umane inserite in vasti paesaggi. Completata nel 1565, la serie inizia con l’ante-primavera [Giornata buia], che si riferisce a gennaio o a febbraio. Con la sua atmosfera opprimente, il dipinto dimostra che l’uomo non domina la natura ma, al contrario, deve confrontarsi con la sua implacabilità. L’opera più famosa del ciclo è però il quadro che rappresenta l’Inverno. Uno degli inverni più freddi che rimase impresso nella memoria collettiva in quel periodo che dagli esperti oggi è chiamato Piccola era glaciale, fu proprio quello del 1565, l’anno in cui Pieter Brueghel il Vecchio dipinse cacciatori sulla neve. In questa vasta e fantastica ambientazione alpina, il freddo è rappresentato ricorrendo a un’opaca tavolozza di gelidi verdi-blu, grigi e marroni. Scopriamo il tutto nell’analisi condotta in questo video di Artesplorando.