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Claudio Strinati - il Quadro delle Tre Mani


In questa puntata di Dialogues, raccontare l'Arte, Claudio strinati parla del Martirio delle sante Rufina e Seconda, un dipinto a olio su tavola, di formato quadrato di circa due metri per lato, databile 1622-1625 circa e conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano. È più noto come Quadro delle tre mani, in quanto fu dipinto da tre diversi artisti, ciascuno dei quali si occupò di una parte specifica della tela: Giulio Cesare Procaccini (Bologna, 1574 – Milano, 14 novembre 1625), Pier Francesco Mazzucchelli detto Il Morazzone (Morazzone, 1573 – Piacenza, 1626), Giovanni Battista Crespi detto il Cerano (Romagnano Sesia, 23 dicembre 1573 – Milano, 23 ottobre 1632). La tela apparteneva alla celebre collezione del cardinale Cesare Monti, dal quale fu lasciata alla quadreria dell'arcivescovado. Pervenne all'Accademia di Brera nel 1895. Fu eseguita nel terzo decennio del Seicento a Milano, su commissione di Scipione Toso, nobile milanese importante collezionista d'arte. Essa rappresenta il risultato di una "sfida", ideata dal collezionista per mettere a confronto la bravura dei tre pittori, ciascuno dei quali si occupò della realizzazione di una distinta porzione del quadro. I protagonisti della competizione accademica erano i tre artisti egemoni nella scena artistica milanese del tempo. L'opera è perciò considerata un manifesto della cultura artistica lombarda nella fase di nascita dello stile barocco. Il ducato di Milano era da quasi un secolo sotto il dominio della corona spagnola, ed Il panorama culturale ed artistico era dominato dalla figura del cardinale Federico Borromeo, continuatore della politica controriformistica iniziata dal cugino Carlo Borromeo alla fine del Cinquecento.