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Sandro Botticelli pittore nella Cappella Sistina. Narrazione e ritratto


Nel ciclo di conferenze del 2023, a cura di Silvia Ginzburg, organizzate a Roma a Palazzo Venezia, Patrizia Zambrano - professoressa di Storia dell’arte moderna presso l’Università del Piemonte Orientale - ha tenuto una lectio magistralis su Botticelli e la sua attività alla Sistina. Quando Sandro Botticelli giunge a Roma nel 1481, assieme con gli altri pittori attivi a Firenze e inviati da Lorenzo il Magnifico, l’impresa di affrescare la sezione mediana delle pareti della Cappella Sistina - da compiere in un tempo assai breve - lo pose di fronte a due grandi temi della pittura del suo tempo: la narrazione e il ritratto. In quella fase della sua carriera, Sandro non era specialista né dell’uno né dell’altro e sino ad allora aveva lavorato prevalentemente ad opere di carattere iconico della storia sacra, pale d’altare, Madonne con il Bambino, figure di santi. L’attività nella Sistina segna perciò un tratto decisivo nel percorso che va dall’icona alla narrazione ed anche un punto di svolta che marca l’avvio della fase successiva della sua carriera. Al tempo stesso, l’esigenza di inserire nelle scene i ritratti dei molti che vi volevano apparire impone a Botticelli, come agli altri pittori, l’esigenza di sviluppare le proprie capacità anche in questo ambito. Sandro sarà, tra tutti, il più refrattario ad assecondare la vanità della corte papale e cioè a ‘contaminare’ le sue scene con figure di cardinali, aristocratici, dignitari e diplomatici. Egli operò perciò un progressivo diradamento di queste presenze ‘intruse’, a tutto vantaggio di un dispositivo narrativo-compositivo limpido e calibrato che, nelle Prove di Cristo, nelle Prove di Mosè e nella Punizione dei ribelli, è denso di indimenticabili brani che, come la figura di Zippora, stanno alla base della ‘scoperta’ ottocentesca di questo artista.