Claudio Strinati - Andrea Mantegna e la Pala della Vittoria
Lo storico dell’arte Claudio Strinati racconta la Madonna della Vittoria, una grande pala d'altare tempera su tavola di Andrea Mantegna, realizzata nel 1496 come ex voto di Francesco II Gonzaga dopo la vittoria di Fornovo. Il dipinto è conservato al Museo del Louvre, oggetto delle spoliazioni napoleoniche avvenute a Mantova. Il 6 luglio 1495 si scontrarono a Fornovo gli eserciti francese di Carlo VIII e quello della Lega Santa, sostenuta da papa Alessandro VI, dall'imperatore Massimiliano I, dal re spagnolo Ferdinando II d'Aragona, da Ludovico il Moro e dai Veneziani. L'esercito della Lega Santa, guidato da Francesco II Gonzaga, riportò la vittoria, cacciando temporaneamente i Francesi dalla penisola. Durante l'assenza del marchese da Mantova, un banchiere ebreo, Daniele da Norsa, aveva acquistato una casa in borgo San Simone ed aveva sostituito una rappresentazione sacra della Vergine che ne decorava la facciata con il suo stemma personale. L'azione venne considerata sacrilega e Sigismondo Gonzaga intimò all'uomo di ripristinare l'opera pena l'impiccagione. Nonostante l'ebreo avesse accettato, l'ira popolare montò contro di lui e la sua casa venne rasa al suolo. Al ritorno di Francesco la pena venne commutata in un'ingiunzione a finanziare la costruzione di una cappella e l'esecuzione di un dipinto sacro, che ribadisse la devozione del marchese alla Vergine ed il ringraziamento per la protezione e la vittoria sul campo di battaglia di Fornovo. Su consiglio del dignitario di corte Girolamo Redini, il marchese incaricò Mantegna, pittore di corte, di dipingere la pala, che venne solennemente collocata nel 1496, in occasione dell'anniversario della vittoria, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. La splendida pala fu tra le innumerevoli opere saccheggiate dai francesi durante le campagne napoleoniche, andò ad arricchire il museo parigino nel 1798 e non fu mai più restituita.