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Antonio Paolucci - Il vangelo secondo Donatello: i pulpiti della basilica di San Lorenzo a Firenze


Nel 1465 Donatello ha settant’anni, età venerabile per gli standard dell’epoca. La vista è fortemente declinata e soffre di artrosi alle mani: non si possono immaginare handicap peggiori per chi, come lui, fa di mestiere lo scultore. Su commissione di Cosimo de’ Medici, ricco banchiere e figura egemone della politica fiorentina, Donatello torna a lavorare nella Sagrestia progettata da Filippo Brunelleschi, per la quale aveva già realizzato le porte in bronzo, raffiguranti i Martiri e gli Apostoli della Chiesa. È questo il momento, testimoniato dalle fonti dell’epoca, dello scontro fra Donatello e Brunelleschi: di fatto entrano in collisione, nella Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, due idee dell’arte. Quella nitida, razionale, dell’architettura brunelleschiana e quella espressionistica, anticlassica, della scultura donatelliana. I pulpiti realizzati da Donatello raccontano l’uno la Passione e Morte di Gesù, l’altro la Resurrezione, la discesa al Limbo e la Pentecoste: è un vero e proprio Vangelo interpretato e raccontato da Donatello negli anni senili, all’opera con i suoi collaboratori, uno dei vertici in assoluto più alti fra quelli mai raggiungi dall’arte sacra di tutti i secoli. Scopriamo il tutto nella lectio magistralis del professor Antonio Paolucci, tenutasi nel 2018 nella Sala del Maggior Consiglio di Genova.